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«lane» furono i percossi piú duramente; in una settimana se n’andarono sei commessi. Poi toccò alla «biancheria», dove una signora, che si sentí venir male, accusò la ragazza che la serviva d’aver mangiato dell’aglio: la ragazza fu licenziata su due piedi, per quanto, nutrita poco affamata, si contentasse di rosicchiare al banco una intiera provvista di croste di pane.

La Direzione si mostrava senza pietà per ogni piú piccolo lamento delle clienti: non c’erano scuse possibili, l’impiegato doveva aver torto e sparire come uno strumento guasto che nocesse al buon andamento della vendita. E i compagni piegavano il capo, e non tentavano neppure di prenderne le difese.

In quel terrore ciascuno tremava per sé: il Mignot, un giorno che usciva, con un involto sotto il soprabito, contro le norme del regolamento, fu sul punto d’esser sorpreso e si credé gettato sul lastrico da un momento all’altro: il Liénard, di cui era celebre la pigrizia, lo dové al posto che occupava suo padre se non fu messo alla porta, una volta che il Bourdoncle lo sorprese mentre sonnecchiava in piedi tra due mucchi di velluti inglesi. Ma i Lhomme erano piú inquieti di tutti, aspettandosi ogni mattina che fosse licenziato il loro Alberto: del come teneva la cassa nessuno poteva esser contento; aveva sempre lí delle donne a distrarlo; e la signo ra Aurelia dové per due volte intenerire la Direzione.

Dionisia, frattanto, in quella furia di licenziamenti era cosí minacciata, che viveva aspettandosi da un minuto all’altro la catastrofe... Aveva un bel farsi coraggio e combattere con l’innata serenità e ragionevolezza per non cedere agli as-


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