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il paradiso delle signore |
a dire la direttrice. — Su! signorina, mettetevi la mantellina perché la signora possa vedere da sé.
E Dionisia camminava un po’ su e giú, con la mantellina sulle spalle dicendo:
— È calda, calda... Quest’anno sono di moda.
Fino a sera, sempre fingendo come il mestiere imponeva, continuò a tormentarsi per sapere dove avrebbe mai trovato il denaro di cui aveva bisogno. Le ragazze, Dio sa come e perché, le lasciarono fare una vendita importante; ma quel giorno era un martedí, e fino al sabato non si riscoteva il tanto per cento. Dopo desinare, pensò di non andare per quella sera dalla signora Gras: il giorno dopo si sarebbe scusata col dire che l’avevano trattenuta; forse quei sei franchi le sarebbero piovuti in un modo o nell’altro..
Per evitare anche le spese piú piccole, Dionisia la sera andava a letto prestissimo. Che mai poteva fare sui marciapiedi senza nemmeno un soldo in tasca, non conoscendo nessuno, e turbata sempre dalla grandezza della città di cui sapeva soltanto le strade vicine al magazzino? S’arrischiava fino al Palais-Royal, tanto per prendere una boccata d’aria, e poi lesta lesta se ne tornava a casa, si chiudeva in camera, e stava lí a cucire o a lavare. Non aveva nemmeno un’amica. Di tutte quelle ragazze, una sola, Paolina Cugnot, dimostrava volerle un po’ di bene; ma le sezioni della biancheria e delle «confezioni », ch’erano accanto, si facevano apertamente la guerra, e la simpatia delle due giovinette s’era dovuta fin lí contentare di poche parole alla sfuggita. Paolina stava, è vero, in una delle camere accanto a quella di Dionisia, a sinistra;
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