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al giovane con un lungo sguardo, mentr’egli, a forza di gomiti, cercava di tornare piú presto che potesse alla sezione sua.

— Volevo vedere dei mantelli disse la Marty.

Allora Dionisia le domandò che genere di mantelli volesse: ma la cliente non lo sapeva, desiderava soltanto vedere i modelli che c’erano. E la ragazza, ch’era di già stanchissima, sbalordita dalla gran gente, perse la testa; a Valognes dal Cornaille non aveva servito che poche persone di quando in quando; e qui non sapeva ancora quanti modelli ci fossero e dove fossero negli armadi. Non le riusciva, per questo, di rispondere alle due amiche, che ci si stizzivano, quando la signora Aurelia vide la Desforges. Doveva sapere di chi era l’amante, perché s’affrettò ad accorrere sorridendo:

— Le signore sono servite?

— Sí, quella ragazza che cerca laggiú. Ma non pare che se n’intenda molto; non trova nulla.

La direttrice subito andò da Dionisia, e a bassa voce le sussurrò:

— Ma non vedete che non sapete fare nulla? State qui, e non vi muovete.

E chiamando:

— Signorina Vadon, un mantello!

Rimase lí mentre Margherita mostrava i modelli. Aveva Margherita una certa voce seccamente cortese e il fare spiacevole d’una ragazza vestita di seta che a forza di strofinarsi alla eleganza, ne ha tratto gelosia e rancore. Quando sentí che la Marty non voleva spendere piú di duecento franchi, fece una smorfia di compassione: con duecento franchi non era possibile


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