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zola

quattromila franchi piú di quanto guadagni tu stesso; e la loro istruzione non è costata mica come la tua, e non sono stati scaraventati nel mondo, costoro, con la promessa che l’avrebbero conquistato... Lo so; il danaro solo non basta: Sta bene. Ma tra i poveri diavoli impolverati di scienza che ingombrano le professioni libere, senza poter mangiare quanto n’han voglia, e i giovani pratici, pronti in arme per le battaglie della vita, che conoscono davvero il loro mestiere, io, in fede mia, non esito punto, e mi schiero con questi contro quelli; mi pare, che vuoi che ti dica?, che capiscano piú i tempi in cui son nati.

Diventava eloquente, s’era riscaldato, alzava la voce; Enrichetta, che serviva il tè, si voltò. Quando la vide sorridere in fondo alla sala, e s’accorse che due altre signore tendevano l’orecchio, fu il primo a ridere delle sue frasi:

— Insomma, amico mio, ogni merciaio che si mette al banco oggi, novantanove su cento, diventa milionario.

Il Vallagnosc si adagiava mollemente sul canapè. Aveva socchiusi gli occhi, in un atteggiamento tra l’affaticato e lo sprezzante, nel quale c’era un po’ di ostentazione, e un po’ dell’esaurimento vero della sua schiatta.

— Ah! mormorò — la vita non merita tanta fatica. Non c’è piú niente che diverta.

E vedendo il Mouret che lo guardava con una aria di profonda meraviglia, pronto a contraddirlo, soggiunse:

— Vivere in un modo o nell’altro, in fondo è lo stesso. Tanto vale starsene con le mani alla cintola.

E si diè a spiegare il suo pessimismo.

Una volta s’era messo in capo di fare il lette-


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