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78 | pensieri | (4151-4152) |
- οἱ πλέιους per οἱ πλεῖστοι. Vedi le citate osservazioni ad Antigono, cap. CXXVII. (4152)
* Πρώτον μὲν ὦν χρὴ τοῦτο γινώσκειν ὅτι ὁ μὲν ἀγαθὸς ἀνὴρ οὐκ εὐθέως (idcirco, luego, non statim, come rende il Gesnero) εὐδαίμων ἐξ ἀνάγκας ἐστίν. Architas Pythagoreus, de viro bono et beato, apud Stob., serm. I, ed. Gesner., Basileae, 1549, p. 13.
* Ἀγκύριον per ἄγκυρα àncora. Socrate, ap. Stob., loc. cit., p. 21 e c. II, p. 33.
* Bozzo volg. - bozzolo; e bozzolo in altri significati, coi derivati. Vedi Crusca.
* Una delle maggiori difficoltà ec. consiste nella soppressione delle vocali e nel non essersi scoperta sin ad ora la regola costante per poterle supplire, dice il Ciampi parlando della lingua etrusca in generale nell’Antologia di Firenze, num. 58, ottobre 1825, p. 55. Quali regole sicure abbiamo, non per la lezione letterale ma per la grammaticale? (della scrittura etrusca). È certo che le vocali spesso son tralasciate; ma ciò facevasi egli a capriccio degli scarpellini, o per seguitare la pronunzia, ovvero per qualche regola stenografica od ortografica, come la scrittura massoretica degli Ebrei? Nulla ne sappiamo; e molto meno sappiamo in qual modo si abbiano da supplire. ib., p. 57. Ciò serva per il mio discorso sopra la cagione della soppression delle vocali nelle scritture piú antiche e piú rozze e imperfette (Bologna, 15 novembre 1825).
* In questo (in questa) in quello (in quella) ec., avverbi di tempo, - greco ἐν τούτῳ. Καὶ ἐν τούτῳ ἡ ἑτέρα γυνὴ προσελθοῦσα εἶπεν. Senofonte, Memorab., nella favola dell’Ercole di Prodico.