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58 | pensieri | (4134-4135) |
comparativamente, di estimare e riguardare il gran sistema del tutto; modo e giudizio naturale a noi che facciamo parte noi stessi del genere animale e sensibile, ma non vero, né fondato sopra basi indipendenti e assolute, né conveniente colla realtà delle cose, né conforme al giudizio e modo (diciamo cosí) di pensare della natura universale, né corrispondente all’andamento del mondo, né al vedere che tutta la natura, fuor di questa sua menoma parte, è insensibile, e che gli esseri sensibili sono per necessità souffrants, e tanto piú sempre, quanto piú sensibili. Onde anzi si dovrebbe conchiudere, che essi stessi, o la sensibilità astrattamente, sono una imperfezione della natura, o vero gli ultimi, cioè infimi di grado e di nobiltà e dignità nella serie degli esseri e delle proprietà delle cose (9 aprile, sabato in Albis, 1825). Vedi p. 4137.
* Sentido de la perdita per que siente (senziente, che si duole) la perdida. Penato per penante. Crusca, in penato e in penare esempio ultimo.
* Halo as-halitans (10 aprile, domenica in Albis, 1825). Alitare.
* Σανὶς ίδος, forse in origine diminutivo, poscia positivato.
* Piú tempo per del tempo, frase frequente presso i nostri (per esempio, Ricordano, (4135) cap. 178; Villani, l. VI, c. 88, principio) sí del trecento, sí del conquecento. - πλείονα χρόνον nello stesso senso. Vedi le mie osservazioni a Flegonte, de mirabil., c. I, col. 81, lin. 2 (14 aprile 1825).
* Calza-calzetta, calzino. Bruzzo-bruzzolo.
* Filo-fila. Uova.