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idee, e nel modo il piú indefinito. Di tali frasi, e, in generale, della facoltà di esprimersi in siffatta guisa, abbondano le lingue antiche; la latina specialmente, anche piú della greca: e quindi è che la prosa latina, per l’espressione e il linguaggio (non per le idee, e lo stile, come la francese) è sovente piú poetica del verso, non pur moderno, ma greco; benché il latino non abbia lingua poetica a parte (28 marzo 1829).
* Monosillabi lat., opposti alle voci greche corrispondenti. Do δί-δω-μι, dal disusato δόω.
* Sufficiente detto di uomo, sufficienza ec. - ἱκανὸς, ἱκανότης ec.
* Alla p. 4442. Eremo sostantivo da ἐρημὸς aggettivo, sottinteso τόπος. Deserto. Vedi Forcellini. Nulla (res) per nihil. E per via di tali sottintendimenti, infiniti altri aggettivi, non sol di tempo o luogo, ma d’ogni genere, son passati, in ogni lingua, ad essere sostantivi, in vece de’ sostantivi originali loro corrispondenti. Del resto anche il greco abbonda di tali ellissi negli aggettivi di tempo o luogo (28 marzo 1829).
* Error grande, non meno che frequentissimo nella vita, credere gli uomini piú astuti e piú cattivi, e le azioni e gli andamenti loro piú doppi, di quel che sono. Quasi non minore né meno comune che il suo contrario (28 marzo 1829).
* Tanto, inquit, melius. Fedro; - tant mieux, tant pis.
* Ce que les intérêts particuliers ont de commun (nella società) est si peu de chose, qu’il ne balancera jamais ce qu’ils ont d’opposé. Rousseau, Pensées, Amsterdam, 1786, première partie, p. 23 (28 marzo 1829).