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166 | pensieri | (4232-4233) |
nire.Un fanciullo e un giovane spessissime volte si piglierà piacere di uccidere una mosca o altro animaletto, cacciandolo anco con fatica, senza altra ragione o altro fine che di prendersi gusto; rarissime volte si compiacerà, o gli verrà pure in capo, di salvar qualche animale, vedendolo in pericolo, e potendolo salvar senza affaticarsi. Un uomo maturo o un vecchio rare volte si piglierà diletto di uccidere, spesso si compiacerà di salvare tali creature, vedendole in qualche pericolo di perdersi, e potendo massimamente soccorrerle senza suo disagio. E ciò faranno gli uni e gli altri, come per istinto, e senza ragionarvi sopra. È manifesto poi come i giovani tendano alla novità, e non solo sieno vogliosi d’innovar propriamente, ma eziandio semplicemente di spegner l’antico, o di vederlo spento; e i provetti, per lo contrario, gelosi della conservazione delle cose che sono. Onde si potrebbe dire che la natura, sempre intenta e studiosa non meno a distruggere che a conservare o produrre, avesse dato stimolo e incarico a quelli che crescono e vengono innanzi nel mondo, di distruggere, quasi per farsi luogo; e a quelli che declinano, e si avviano alla partenza, di conservare e produrre, quasi per lasciar pieno il luogo loro, per lasciar cose che restino in loro scambio, per supplire il posto che essi son per lasciare (Recanati, 12 dicembre 1826).
* «Fare e dire ciò che lor occorre, cosí, senza pensarvi». Castiglione, Cortegiano, libro II, ed. Venezia, 1541, carta 69, ed. Venezia, 1565. p. 164.
* Reperito as. Vedi Forcellini.
* Cielo detto di camere, di carrozze ec. - Cosí in greco οὐρανὸς, οὐρανίσκος per volta ec. Vedi Casaubon., ad Athenae., libro V, c.6., libro IV, c. 5. Aristotile l’usa per palato. Scapula. (4233)