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(4217-4218) pensieri 149

grammatica: i moderni le pescano negli antichi, le usano a posta, sono irregolari per arte. Perciò paiono, come sono, artifiziati, affettati, stentati, diversi dal dir corrente. Caro Demetrio, non ogni buon effetto o successo è da attribuirsi all’arte. Concedete qualche coserella alla natura, ed anche all’ignoranza, benché voi siate un maestro di arte rettorica. Vedi p. 4222.


*    Alla p. 4206. Quell’altra storiella nota, dello spartano: quo fugis, anima bis moritura; sarà parimente inventata ad esagerazione e derision di goffaggine, e di coraggio materiale e stupido.


*    Μέδω, μέδομαι, μήδω, μήδομαι, μηδέω ec. (dei quali verbi dico altrove, parlando di medeor, meditor ec.) debbono originariamente essere stati un verbo solo e medesimo, non pur tra di loro, ma eziandio con μέλω, μελέω, μέλομαι, μέλέομαι, distinti solamente per la pronunzia, come δασὺς-λασὺς, λάσιος e come in ispagnuolo dexar (oggi si scrive dejar coll’iota, che risponde al nostro sci e al francese ch) da Laxare, lasciare, laisser, lâcher. Δάχρυον - lacrima.


*    Alla p. 4200. Dicono anche i greci nello stesso senso ἀναλαμβάνειν. Ménnone storico, Istoria della città di Eraclea pontica, cioè di Ponto, ap. Foz., cod. 224, col. 724, ed. greco-latina καὶ ἀπορίας αὐτοὺς καταλαβούσης, ἀνελάμβανον οἱ ἀπὸ τῆς ᾽Ηρακλείας, σῖτον εἰς ᾽Αμισὸν πέμποντες. Trovandosi in iscarsezza di vittovaglie, quelli di Eraclea li riebbero, mandando del frumento in Amiso (Bologna, 14 ottobre 1826). Id.,  (4218) ap. eumd., l. c., col. 732, καὶ παραυτίκα τὰ πρὸς τὴν χρείαν χορηγοὺντες ἀφθόνως τοῖς Χιώταις, τούτους ἀνελάμβανον. et tunc quidem, large rebus necessariis suppeditatis, reficiunt Chiotas (gli Sciotti). Id., col. 736, Λεύκολλος δὲ ἐπὶ τοῦ Σαγγαρίου ποταμοῦ στρατοπεδεύων, καὶ μαθὼν τὸ πάθος, λόγοις ἀνελάμβανον ἀθυμήσαντας τοὺς στρατιώτας. Lu-