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76 | pensieri | (3633-3634-3635) |
sont bien plus nobles en français: elles ne peignent pas comme le latin, et c’est-là le grand malheur de notre langue qui n’est pas assez accoutumée aux détails (Lettres du Prince Royal de Prusse et de M. (3634) de Voltaire, Lettre 118, le 6 avril 1740, Oeuvres complettes de Frédéric II, roi de Prusse, 1790, tome X, p. 500). Aveva detto Voltaire che l’espressione latina serait très-basse en français.
Con buona pace di Voltaire la lingua francese è ed assuefattissima e proprissima ai dettagli, perch’ella ha parole per significare fino alle piú menome differenze delle cose, come altrove ho detto, e vince in questo forse tutte l’altre lingue antiche e moderne, comprese le piú poetiche, o quelle che meglio hanno linguaggio poetico e nobile. Ma non avendo sinonimi, né parole o frasi antiche o poco usitate e correnti, e rimote dall’uso comune, né significazioni cotali, ma vocaboli e frasi e significati triti continuamente dall’uso corrente del discorso e della conversazione, e tanto solo avendo quanto si trova in questo tal uso ed essendo non che pregiato e buono e prescritto, ma vizioso e intollerabile e condannato e vietato in francese tutto ciò ch’è rimoto dall’uso del dir comune e presente, ella non può, quando vuol esser nobile, entrar ne’ dettagli, ma le conviene tenersi sempre all’espressioni generali, che son sempre nobili, o piuttosto, che non sono mai, né possono essere ignobili. Neanche (3635) la lingua latina, né qual altra è piú poetica, piú capace di eleganza e maestà ec., piú avvezza ai dettagli ec., potrebbe mai nella poesia o in uno stile nobile, entrar gran fatto ne’ particolari, s’ella non avesse parole e modi per significarli, diversi da quelli con che l’uso corrente del parlare e lo stile familiare ec. scritto o parlato significa quei medesimi particolari. E l’espressione latina che sarebbe bassissima in francese, sarebbe stata bassissima anche in latino, se fosse stata quella o conforme a quella con