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che sia, e trovandovisi non ebbe lo stesso senso che ha oggi quel diminutivo. E ciò quando anche in altre lingue si trovi quel positivo col medesimissimo senso di quel tale diminutivo. Per esempio, in italiano  (3946) si trova muso e vuol dir lo stessissimo che museau, che certo viene da una voce simile; ma chi sa che in francese una volta non si trovasse muse in senso diverso? (vedi gli spagnuoli). E veggasi a questo proposito il detto a p. 3852 sulla voce fourreau (6 decembre 1823).


*    Alla stessa pag., margine. Alcune di queste voci potrebbero anche venire dal latino o ignoto o volgare o barbaro ec. e se ne vegga il glossario ed anche il Forcellini ec. (6 dicembre 1823).


*    La lingua greca appartiene veramente e propriamente alla nostra famiglia di lingue (latina, italiana, francese, spagnuola e portoghese), non solo perch’ella non può appartenere ad alcun’altra, e farebbe famiglia da se o solo colla greca moderna; non solamente neppure per esser sorella o, come gli altri dicono, madre della latina (nel primo de’ quali casi ella dovrebbe esser messa almeno colla latina, e nel secondo è chiaro ch’ella va posta nella nostra famiglia), ma specialmente e principalmente perché la sua letteratura è veramente madre della latina, la qual è madre delle nostre, e quindi la letteratura greca è veramente l’origine delle nostre, le quali in grandissima parte non sarebbero onninamente quelle che sono e quali sono (se non se per un incontro affatto fortuito) s’elle non fossero venute di là. E come la letteratura è quella che dà forma e determina la maniera di essere delle lingue, e lingua formata e letteratura sono quasi la stessa cosa, o certo  (3947) cose non separabili e di qualità compagne e corrispondenti; e come per conseguenza la letteratura greca (oltre le tante voci e modi particolari) fu quella che diede vera-