mentidel tema, si debbono conservare in tutta la coniugazione, considerata regolare e non contratta. E la propria forma, insomma, della coniugazione li deve conservar sempre, come la prima e la terza conserva tutti gli elementi proprii de’ suoi temi, cioè am in amo, leg in lego ec. Li conserva, dico, sempre, se non quando è o irregolare o contratta, il che non ha che far colla sua proprietà, ed è accidente, non regola né natura. E quando ne’ verbi della prima o della terza, benché in essi non sia costante né proprio della coniugazione che l’ultima radicale del tema sia una vocale, come lo è nella seconda e quarta, quando, dico, questo s’incontra, essa vocale si conserva per tutta la coniugazione del verbo, purch’ella sia regolare, giacché per anomalia spesse volte la sopprime, come in sapio, capio (verbi della terza) e loro composti desipio, recipio ec., come in meo as, fluo is (benché non sia primitiva la coniugazione di questo ec.), ruo, tribuo ec. Or dunque perché l’ultima vocale radicale del tema, che, regolarmente, si conserva in tutta la coniugazione de’ verbi sí della quarta sí della prima e terza, quando in queste ha luogo (e se non la vocale si conserva la consonante, quando questa è l’ultima radicale), perchè, dico, non si dee conservare nella seconda? Anzi regolarmente e costantemente si dee perdere? e se non si perde, ha da essere irregolarità? Or tutto questo avverrebbe se non si ammettono le nostre osservazioni e regole, secondo le quali la presente forma della coniugazione seconda è contratta e non primitiva. E solo le nostre osservazioni mostrano (3875) ciò, cred’io, per la prima volta, la primitiva analogia della seconda con tutte l’altre nel conservare l’ultima lettera radicale del tema, e le ragioni e i modi per li quali è avvenuto che nella sua presente piú usitata forma ella sola, fra tutte, non lo conservi (13 novembre 1823).