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206 | pensieri | (3821) |
tine, come negl’infiniti āre, ēre, ĕre, īre (lo spagnuolo manca del 3° e gli altri non gli ha che tronchi), e in altre cose. Anche il francese ha quattro coniugazioni, ma non corrispondono alle latine (eccetto quella in ir quanto all’infinito ec.), e la conformità del numero (cioè l’esser quattro come in latino) sembra, ed è forse, un puro caso; il che non si può certo dire dell’italiano. E quanto alla conservazione della latinità in mille e mille altre sí regole, sí voci particolari materialmente considerate, sí frasi considerate pure materialmente (ché ora parliamo dell’estrinseco), significati ed usi delle parole e frasi, anche proprii originalmente o sempre del popolo e del parlato, non del solo illustre ec., dubito assai che lo spagnuolo possa esser preposto, anzi pure agguagliato all’italiano. Questa e quell’altra voce ec. sarà piú latina in ispagnuolo che in italiano (cosí avverrà alcune volte che nello stesso francese una voce ec. sia piú latina che nelle due sorelle, o in una di loro, o che queste, o l’una di esse, non abbiano una voce ec. nel francese conservata, né pertanto sarà chi dica la latinità conservarsi piú nel francese che nelle sorelle, o che nell’una di esse); questa e quella voce latina resterà nello spagnuolo, e all’italiano mancherà; ma, raccolti i conti e computati i casi contrarii, e posto tutto insieme, io credo che in tutte queste cose l’italiano soverchi lo spagnuolo di grandissima lunga (3 novembre 1823). (3821)
* Diminutivi positivati. Orbiculatus, orbiculatim, reticulatus, venniculatus ec., se già non sono frequentativi di significato, come altrove generalmente ho avvertito (3 novembre 1823).
* Alla p. 3156. - quando eziandio il sentimentale di Lord Byron, quello che spetta al giuoco delle passioni, al cuore, all’espressione alla pittura, all’imita-