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(3794-3795-3796) | pensieri | 183 |
(come nelle pene de’ rei), per (3795) uso, per regola, per legge, per tradizione de’ maggiori ec. ec. ec.
Chi non sa che cosa possa nell’uomo lo spirito di vendetta? il quale rende eterna l’ira e l’odio verso i suoi simili cagionato da una piccolissima offesa, vera o falsa, giusta o ingiusta ec. e dalle altre cagioni che adirano gli uomini verso gli uomini, sia nelle nazioni, sia negl’individui, sia privato sia pubblico ec. Or questo spirito ch’è inevitabile in qualunque società umana stretta, fu ignoto all’uomo primitivo, è ignoto a qualunque altro animale, in cui l’ira non dura piú che qualunque altra passione momentanea, e la ricordanza dell’ingiuria non piú dell’ira; e la vendetta o è subito ottenuta e fatta (e basta ben poco a placarli e soddisfarli), o dipoi non è ricercata niente piú che se l’ingiuria non avesse avuto luogo.
Questo spirito di vendetta ec., le crudeltà sopraddette ec. sono cosí naturali all’uomo posto in società stretta, la quale sviluppi il suo odio innato verso i simili ec., che non v’è bisogno di molta corruzione a cagionarle, anzi elle si trovano immancabilmente in qualunque piú primitiva e piú bambina società. Non si manchi di vedere intorno a questo proposito, e intorno ad altri orribilissimi costumi, proprii solo dell’uomo verso i suoi simili, e dell’uomo anche mezzo naturale e quasi primitivo, la Parte primiera de la Chronica del Peru di Pedro de Cieça de Leon (soldato spagnuolo che fu alla conquista e scoprimenti di quei paesi, ove visse piú di diciassett’anni,1)) e vide esso medesimo, ed ebbe parte o udí da testimonii di vista e dagl’indiani stessi ec., le cose, i costumi, gli avvenimenti, i luoghi ec. ch’esso racconta; e protesta sí nella (3796) prefazione sí in altri molti luoghi, e di-
- ↑ Terminò questa prima parte nel Perú l’anno 1550, in età d’anni trentadue, de’ quali n’avea passati diciassette nell’Indie meridionali, come dice nell’ultime linee del tomo.