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160 | pensieri | (3765-3766) |
abbiamo quaestus us e quaestor ec. ec. L’uso dunque delle contrazioni de’ supini, che altrove in tanti luoghi io suppongo, è evidente; perocché qui restando il supino e il participio intero, le voci quindi formate sono le piú, contratte al modo appunto degli altri supini e participi ec., i quali molte volte per lo contrario son dimostrati da voci derivate o affini ec., non contratte. Come qui vale l’argomento da quaesitum a quaestus us ec., cosí dovrà valere ne’ casi contrarii ec. (24 ottobre 1823).
* Alla p. 3557, principio. L’aspetto della debolezza riesce piacevole e amabile principalmente ai forti, sia della stessa specie sia di diversa (forse per quella inclinazione che la natura ha messa, come si dice, ne’ contrarii verso i contrarii). Quindi la debolezza in una donna riesce piú amabile all’uomo che all’altre donne, in un fanciullo piú amabile agli adulti che agli altri fanciulli. E la donna è piú amabile all’uomo che all’altre donne, anche pel rispetto della debolezza ec. Ed all’uomo tanto piú quanto egli è piú forte, non solo per altre cagioni, ma anche per questa, che l’aspetto della debolezza gli riesce tanto piú piacevole, quando è in un oggetto altronde amabile ec. Ed anche per questa causa i militari, e le (3766) nazioni militari generalmente sono piú portate verso le donne, o verso τὰ παιδικά ec. (vedi Aristot., Polit., II, Flor., 1576, p. 142). Le cose dette della debolezza si possono anche dire della timidità. Piace l’aspetto della timidità in un oggetto d’altronde amabile, e quando essa medesima non disconvenga. Piace, per esempio, ne’ lepri, ne’ conigli ec. Piace massimamente ai forti o assolutamente o per rispetto a quei tali oggetti. Piace ai piú coraggiosi, e questo ancora si riferisca a quel che ho detto de’ militari. Il veder che uno teme e ha ragion di temere, e ch’e’ non si può difendere, è cosa amabile, e induce i forti e i corag-