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362 pensieri (3395-3396)

come altrove s’é detto. E intanto allontanandosi da’ suoni, dalle forme e dal genio della lingua madre, l’idioma francese col medesimo passo si divise eziandio dall’indole, dallo spirito e dalla qualità de’ suoni delle lingue sorelle, che sempre alla madre si attennero quanto comportarono i tempi e le circostanze; e che quantunque inondate ancor esse dalle lingue settentrionali, pure per la totale diversità del clima e dell’indole delle loro regioni, se ne mantennero cosí pure, che pervenute, per cosí dire, a seccarle, soltanto pochissime parole, niuna forma, niuna qualità appartenente al genio ed all’indole si trovarono averne contratto. Veramente la lingua spagnuola e per carattere e per forme e per costrutti e per suoni e per che che sia, è cosí conforme all’italiana, che altre due lingue cólte cosí tra loro conformi non si trovano, ch’io mi creda, né mai, ch’io sappia, si ritrovarono.  (3396) E piú conformi sarebbero le suddette due lingue se la Spagna avesse avuto e potesse vantare piú vasta, copiosa e varia, piú lunga, e piú perfetta letteratura, ch’ella non ebbe. Dico sarebbono piú conformi per ciò che tocca alla quantità, come dire alla ricchezza, alla varietà e cose tali. Ché per certo non mancò alla lingua spagnuola se non quello che ho detto, per essere anche in queste parti comparabile alla lingua italiana; per esserlo cioè in tutto, anche nella quantità, siccom’essa lo è nella qualità, eccetto solamente che ancor nelle sue qualità ell’é meno perfetta dell’italiana. Del rimanente ella, quanto alla qualità, non potrebbe quasi essere piú conforme alla nostra di quel ch’ella sia.

5o, Né tale sarebbe se la letteratura spagnuola, benché cedendo d’assai all’italiana per la quantità, non le fosse pari del tutto nella qualità, salvo la minore perfezione di ciascun suo attributo. Le stesse cagioni, sí naturali, sí accidentali, che ci resero gli spagnuoli cosí conformi di lingua, ce li fecero altret-