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(3354-3355) | pensieri | 337 |
futuro di μήδομαι è μηδήσομαι come fosse da μηδέομαι. Del resto la difficoltà varrebbe quasi egualmente anche per μέδω impero, che ordinarissimamente si dice μέδω e μέδομαι, non μεδέω, del quale lo Scapula non reca che un solo esempio di Omero usante il participio μεδέων (frequentissimo è per lo contrario μέδων), e ciò forse piuttosto per proprietà di dialetto o per modificazione poetica, che per altro.1 Né si trova, ch’io sappia, il futuro μεδήσομαι né l’aorista ἐμέδησα o ἐμεδησάμην, come di μήδομαι si ha μηδήσομαι.
Intrinsecamente, cioè quanto al significato, una bellissima prova che medeor sia lo stesso che μήδομαι, si è la facilità, prossimità e naturalezza dell’etimologia. Il medicare è veramente curare, aver cura, consulere, provvedere (tutti significati di μήδομαι) al malato. E infatti (3355) non s’usa egli in latino peculiarmente il verbo curare per medicare? Non è divenuto questo senso, nel nostro volgare e ordinario uso, il solo proprio dello stesso verbo curare? cioè medicare, sanare. Non è egli assolutamente (s’io non m’inganno) il solo senso che abbia lo spagnuolo curar? Cosí dite di cura, francese cure ec., cioè medicatura, guarigione. Dunque medeor è propriamente μήδομαι anche pel significato, colla sola differenza ch’egli conserva solo un significato piú particolare e speciale, in cambio d’uno piú generale; come appunto è avvenuto, nel nostro volgar familiare e parlato, al verbo curare, e nella lingua spagnuola a curar, ch’é proprio lo stessissimo e identico caso; e cosí a milioni d’altri verbi in diversi casi. Sicché medeor è μήδομαι, neppur metaforico (se non quando significa rimediare, sanare), ma nel senso proprio, e non istiracchiato, come derivandolo da μέδω impero.
Del resto, osservisi che μέδω, e particolarmente μέδομαι, vale assai spesso il medesimo che μήδομαι, cioè
- ↑ Si trova anche παμμεδέων e παμμεδέουσα.