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pensieri |
(3303-3304-3305) |
Or questo genere di sentimenti e di affetti e di pensieri, questa qualità del giovane, cioè questa tale sensibilità, e la facoltà ed abito di provare questi siffatti sentimenti, non è per niun modo naturale né innata, ma acquisita, ossia prodotta di pianta dalle circostanze, e tale che se queste non fossero state, l’uomo neppur conoscerebbe né potrebbe pur concepire questa qualità, né anche sospettare d’esserne capace. (3304) Il genere umano naturalmente è nudo, e, seguendo la natura, almeno in molte parti del globo, egli non avrebbe mai fatto uso de’ vestimenti, siccome le vesti sono affatto ignote per esempio ai Californii. Né l’uomo né il giovane non avrebbe mai veduto né immaginato nelle donne (e cosí la donna negli uomini) nulla di nascosto. E nulla vedendo di nascosto, né potendo desiderare o sperar di vedere, e ben conoscendo fin dal principio la nudità e la forma dell’altro sesso, egli non avrebbe mai provato per la donna altro affetto, altro sentimento, altro desiderio, che quello che per le lor femmine provano gli altri animali; né avrebbe concepito intorno a lei altro pensiero che quello di mescersi seco lei carnalmente; né l’aspetto o il pensiero o la compagnia della donna avrebbe in lui cagionato, neppur nella primissima gioventú, verun altro effetto che un desiderio il piú puramente e semplicemente sensuale che possa mai dirsi, un impeto a soddisfare tal desiderio, ed un piacere (molto languido in se stesso per l’abitudine e l’assuefazione incominciata sin dalla nascita, e sempre continuata) altrettanto carnale che quel desiderio, e interamente, unicamente (3305) e manifestissimamente materiale, cioè appartenente e derivante dalla sola materia e dal senso, né piú né meno che quel piacere che in lui avrebbe prodotto la vista di un color rosso bello e vivo o altra tal sensazione; se non solamente che quel diletto sarebbe stato per natura maggiore di questi; siccome tra gli altri diletti,