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(3218-3219-3220) | pensieri | 253 |
distintissime, evidentissime, notabilissime e giocondissime. Il che si può vedere in fatto nel giudizio degl’intendenti circa il comporre di Rossini, e generalmente circa il modo della moderna composizione, la quale da tutti è sentita esser piena di melodia molto piú che le antiche e classiche e da chiunque sa è giudicata non reggere in grammatica ed essere scorrettissima e irregolare. Tutto ciò non per altro accade se non perché gl’intendenti giudicano, e giudicando sentono (cioè col fattizio, ma reale sensorio dell’intelletto e della memoria), secondo i principii e le norme della loro scienza; e i non intendenti sentono e sentendo giudicano secondo le loro assuefazioni relative al proposito. Le quali assuefazioni segue e si propone (3219) o loro si accosta il moderno modo di comporre, assai piú che l’antico, ignorando o trascurando piú o manco i canoni dell’arte, di che gli antichi furono peritissimi e religiosissimi osservatori.
Con queste considerazioni s’intenderà facilmente il perché nelle melodie sia, come si dice, difficilissima e rarissima la novità, cioè solo difficilissimamente e di rado possa il musico trovare nuove melodie. Il che mirabilmente conferma le mie osservazioni. Perocché veramente il disporre in nuove maniere la scambievole successione de’ tuoni secondo le regole dell’arte musicale, non è punto difficile, essendo infinite le diversità di combinazioni successive sia di tuoni sia di corde (cioè generalmente di note) a cui esse regole danno luogo. Ma limitatissime e poche, e non piú assolutamente che tante, sono le assuefazioni de’ nostri orecchi; ond’é che pochissime sieno quelle combinazioni successive di tuoni (dico pochissime rispetto all’immenso numero d’esse combinazioni assolutamente considerate) che possano parer melodie all’universale, o al piú di una nazione o secolo, e produrre in esso il diletto che nasce dal senso della melodia. Ed infatti nuove melodie, (3220) che tali