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(3065-3066-3067) | pensieri | 165 |
delle voci di questo tal significato o simile; come in abbrostire e ne’ sopraddetti (i francesi non conservano che l’r, cioè rostir, ma questa sembra essere un’aferesi di abbrostire o abrustire che sarebbe un vero latino-barbaro), in brustolare, abbruciare ec., bruciare ec., abbronzare ec. abbruscare (vedi l’Alberti), brûler, abrasar ec. Forse queste tutte sono corruzioni del latino amb (ambustus, amburere ec). Veggasi il glossario se ha nulla in proposito. Veramente abbruciare, bruciare, brûler, abrasar sembrano non appartenere al latino, e da quella origine da cui essi vennero fu tolto forse ancora l’uso di premettere le lettere abbr, abr, br ad altre voci di significato affine al loro, (3066) benché venute d’altra origine, cioè latina ec. (30 luglio 1823).
* Che la lingua italiana mediante la letteratura sia stata per piú secoli divulgatissima in Europa, e piú divulgata che niun’altra moderna a quei tempi, o certo per piú lungo spazio (perché la lingua spagnuola per certo tempo lo fu forse altrettanto, e in Italia nel seicento trovo stampate le Novelle di Cervantes in ispagnuolo, mentre oggi in tanta diffusione della lingua francese, che niuno è che non la intenda, è ben difficile che tra noi si ristampi un libro francese di letteratura o divertimento in lingua francese), raccogliesi da parecchi luoghi e notizie da me segnate qua e là, e da molte altre che si possono facilmente raccorre. Vedi in particolare Andrés, Storia della letteratura, parte II, l. 1, poesia inglese, edizione Veneta del Loschi, t. IV, p. 116, 117, 119, la Vita di Milton, l’Orazione di Alberto Lollio in lode della lingua toscana, nelle Prose fiorentine, parte II, vol. VI, edizione veneta, 1730-43, p. 38-39, dov’é un passo molto interessante a questo proposito. Ma si noti che in altre edizioni come in quella (3067) della Raccolta di prose ad uso delle regie scuole, edizione 3a, Torino, 1753, p. 309, questo passo, siccome tutta l’orazione,