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102 | pensieri | (2960-2961-2962) |
intelletto e le ultime operazioni ch’egli soglia giungere a fare (12-14 luglio 1823).
* Supponete un cieco nato al quale una felice operazione nella sua età già matura o adulta, doni improvvisamente la vista. Domandategli o considerate i suoi giudizi (dico giudizi e non sensazioni, le quali non appartengono alla considerazione del bello esattamente e filosoficamente inteso) circa il bello materiale o il brutto materiale degli oggetti visibili che si presentano a’ suoi occhi. E voi vedrete se questi giudizii sono conformi al giudizio che generalmente si suol fare di quegli oggetti sotto il rapporto del bello; o se piuttosto essi non sono difformissimi o contrarissimi, non solo nelle minuzie e nelle finezze o delicatezze, ma nelle parti e nelle cose piú sostanziali. Di ciò non mancano esperienze (2961) effettive e prove di fatto, perché la circostanza ch’io ho supposta non manca di esempi reali.
E il cieco nato, restando cieco, quali idee concepisce egli della forma umana e di quella degli altri oggetti ch’ei può pur conoscere per mezzo del tatto? quali idee circa la loro bellezza o bruttezza? crediamo noi che queste idee, questi giudizi ch’ei forma convengano colle idee e co’ giudizi degli uomini che veggono? e che sovente non sieno contrarissime a queste? Ma se esistesse un bello ideale e assoluto, non dovrebbe il cieco nato conoscerlo, come si pretende ch’ei conosca naturalmente e che tutti gli uomini conoscano il bello morale che si crede essere assoluto, il qual bello morale niuno lo vede, come il cieco non vede il bello materiale? E nelle qualità che si credono assolutamente belle o brutte in questa o quella specie d’oggetti; e massime in quelle qualità che appartengono agli oggetti che il cieco nato conosce per mezzo degli altri sensi fuor della vista; e piú in quelle che appartengono alla specie umana, della (2962)