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(2605-2606-2607) pensieri 331

o con pochissimi e indigesti e mal intesi principii delle analoghe scienze (la scoperta della polvere, del vetro ec.). Tutto quel ch’ha fatto è stato di perfezionar le antiche o di farne delle analoghe (come quella della polvere fulminante), che non si sarebbero fatte se le antiche non fossero state già conosciute. E quel che dico della chimica dico delle altre scienze. Voglio inferire che quelle principali scoperte che o subito o col perfezionamento, accrescimento, applicazione ch’hanno poi subíto, decisero e decidono, cagionarono e cagionano in gran parte i progressi dello spirito umano, originariamente non sono effetti della scienza  (2606) né del discorso, ma del puro caso, essendo state fatte ne’ tempi d’ignoranza, e non sapendosene far di gran lunga delle simili colla maggior possibile scienza. E che per tanto tutta quella parte del sapere e della civiltà, tutto quel preteso perfezionamento dell’uomo e della società che dipende in qualunque modo dalle predette scoperte (la qual parte è grandissima, anzi massima), non è stato né preordinato né prevoluto dalla natura, perché quegli che non ha preordinato né prevoluto le cause e le prime indispensabili origini (le quali, come dico, sono state assolutamente accidentali), non può avere ordinato né voluto gli effetti (10 agosto, dí di S. Lorenzo, 1822).


*   Quello che ho detto del vetro, si dee dire di mille e mille altre importantissime invenzioni, che senza una benché menoma notizia e traccia ec. che però il solo caso ha potuto somministrare, non si sarebbero mai potute fare, e però son tutte casuali, per applicate, accresciute, perfezionate che sieno state in seguito, e quando anche non si possano piú riconoscere da quel che furono  (2607) a principio, non si possa neanche investigare la loro prima origine e forma e natura ec. ec. (10 agosto 1822).