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(2415-2416) pensieri 227

la semplice affezione; e lo so per propria sperienza (5 maggio 1822).


*    La vita è fatta naturalmente per la vita e non per la morte. Vale a dire è fatta per l’attività e per tutto quello che v’ha di piú vitale nelle funzioni de’ viventi (5 maggio 1822).


*    Una lingua non è bella se non è ardita, e in ultima analisi troverete che in fatto di lingue bellezza è lo stesso che ardire. E che altro sarebb’ella? L’armonia ec. del suono delle parole? Quest’é una bellezza affatto esterna e della quale poco o nulla si può convenire, essendo diversissime in questo genere le opinioni e i gusti secondo le nazioni e i secoli. Per noi è bruttissimo il suono delle parole orientali e per gli orientali altrettanto sarà delle nostre. E parlando esattamente, che cosa intendiamo noi dell’armonia della lingua greca che pur chiamiamo bellissima? Che sentimento, che gusto  (2416) ne proviamo noi, se non, per dir poco, incertissimo, confusissimo e superficialissimo? Certo è che l’armonia della lingua nostra, qualunque ella sia ed ancorché asprissima, ci diletta ed è sentita da noi molto piú che quella della lingua greca, e quindi non avremmo alcuna ragione di preferir questa lingua per la bellezza, neppure alla tedesca o alla russa. Forse la bellezza consisterà nella ricchezza? Ricchezza di frasi e di modi non si dà se non in una lingua ardita, perchè di forme esatte e matematiche tutte le lingue ne sono o ne possono essere egualmente ricche né piú né meno: e questa ricchezza non può molto stendersi, essendo limitatissima per natura sua: giacché la dialettica poco può variare, anzi derivando da principii uniformi e semplicissimi, tende e produce naturalmente somma uniformità e semplicità di dicitura. La ricchezza poi di parole puramente giova alla bellezza,