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(2325-2326-2327) pensieri 171

cambio dell’u (vedi il Forcellini  (2326) in O, U, ec. ec.). Uso proprio del volgo, proprio dell’antichità e perciò amato anche recentemente da quelli che affettavano antichità di lingua, come Frontone ec. Or quest’uso appunto eccovelo nell’italiano, solito a scambiare in o l’u latino dei buoni tempi, e restituir queste voci nella primitiva loro forma ch’ebbero fra gli antichi latini e nelle vecchie scritture. È noto che tal costume è piú proprio dell’italiano che dello spagnuolo, e piú assai che del francese ec. ec. (4 gennaio 1822).


*    Alla p. 2315. È proprio, appunto per queste ragioni, de’ mediocri o infimi drammatici, il sopraccaricare d’intreccio le loro opere, l’abbondare di episodi ec. Il contrario è proprio de’ sommi. E la ragione è che questi trovano sempre come tener vivo l’interesse dello spettatore, anche in una azione di poca importanza, colla naturalezza dei discorsi, la vivezza, l’energia, collo sviluppo continuo delle passioni o col ridicolo ec. Quelli non sono mai contenti neppur dopo che hanno trovato o immaginato un caso complicatissimo,  (2327) stranissimo, curiosissimo. Esauriscono in un batter d’occhio tutto ciò che il soggetto offre loro. Cioè, non sapendone cavare il partito che possono e devono, il soggetto non basta loro se non per poche scene. Fatte o disposte queste; dopo di esse o nelle scene di mezzo si trovano colle mani vòte, per ridondante di passione, di ridicolo ec. che il soggetto possa essere, e non trovano altra via di tener vivo l’interesse e la curiosità, che quella di andare a cercar nuovi episodi, nuove fila, nuovi soggetti insomma, per esaurirli poi essi pure in un momento. Non possono, insomma, trovarsi un solo istante senza qualche cosa da raccontare, qualche filo da aggiungere alla tela, qualche soggetto ancor fresco, altrimenti non hanno nulla da dire. E quanti autori sono di questo genere? quanti drammi? novecentonovantanove per mille (4 gennaio 1822).