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132 | pensieri | (2255-2256) |
tutto il fondamento delle pretese leggi eterne ed universali costituenti il diritto (preteso assoluto) delle genti, dell’uomo, della guerra e della pace ec. (15 dicembre 1821).
* Circa il costume antico di celebrare il dí natalizio o genetliaco delle persone insigni per letteratura ec. anche dopo la loro morte (oltre quello dei viventi, degli amici ec., del che puoi vedere parecchie odi d’Orazio, e gli antiquari ec. ec., né solo circa il genetliaco, ma circa molte altre ricorrenze anniversarie, o pubbliche o private, celebrate pubblicamente o privatamente come festive), vedi in particolare Orazio, Od., II, lib.4, v.13- 20, e quivi i commentatori, ed osserva il costume di celebrare e aver per sacro e festivo anche il dí proprio natalizio anniversario. Vedi l’Heyne, Vita Virgilii per annos digesta, anno Virgilii I, e gli autori ch’ei cita e le note ai medesimi (15 dicembre 1821). (2256)
* Ciò che dice Virgilio, Georgiche II, 420-30, paragonato a ciò che precedentemente scrive della difficilissima e laboriosissima cultura delle vigne e loro inevitabile decadenza, può applicarsi a dimostrare quali cibi e bevande e qual vita la natura avesse destinato all’uomo; e quanto i suoi presenti (acquisiti e fattizi) bisogni sieno contrari alla natura e per soddisfarli convenga far forza alla natura, e quanto per conseguenza si debba credere che la nostra presente vita corrisponda all’ordine destinatoci da chi ci formò (10 dicembre 1821).
* Ante etiam sceptrum Dictaei regis, et ante Impia, quam caesis gens est epulata juvencis, Aureus hanc vitam in terris Saturnus agebat. Nec dum etiam audierant inflari classica, nec dum Impositos duris crepitare incudibus enses. Sed nos immensum spatiis confeci-