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44 pensieri (1264-1265)

fabeto, abbia fatto lentissimi progressi e non prima di lunghissima serie di secoli abbia potuto giungere a una certa maturità; non ostante che l’uomo fosse già da gran tempo ridotto allo stato sociale. Quanto all’alfabeto o scrittura, par certo ch’egli fosse ben posteriore alla dispersione del genere umano, sapendosi che molte nazioni già formate presero il loro alfabeto da altre straniere, come i greci dai fenici, i latini ec. Dunque non era noto prima ch’elle si disperdessero e dividessero, giacch’elle da principio non ebbero alcun alfabeto. E i fenici l’ebbero pel loro gran commercio ec. Dunque, esistendo il commercio, le nazioni erano, e da gran tempo, divise.

Diffondendosi dunque pel globo il genere umano, e portando con se per ogni parte quelle scarsissime e debolissime convenzioni di suono significante che formavano allora la lingua, si venne stabilendo nelle diverse parti, e la società cominciò lentissimamente a crescere e camminare verso la perfezione. Primo e necessario mezzo per l’una parte e per l’altra effetto di questa è la sufficienza e l’organizzazione della favella. Venne dunque lentamente  (1265) a paro della società crescendo e formandosi la favella, sempre sul fondamento o radice di quelle prime convenzioni, cioè di quelle prime parole che la componevano. Queste erano dappertutto uniformi, ma le favelle formate non poterono essere uniformi, né conservarsi l’unità della lingua fra gli uomini. Primieramente dipendendo la formazione della favella in massima parte dall’arbitrio o dal caso e da convenzione o arbitraria o accidentale, gli arbitri e gli accidenti non poterono esser gli stessi nelle diversissime società stabilitesi nelle diversissime parti del globo, quando anche esse avessero tutte conservato gli stessi costumi, le stesse opinioni, le stesse qualità che aveva la primitiva e ristrettissima società da cui derivavano; e quando anche tutte le parti del globo avessero lo stesso clima e in-