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(1832-1833-1834) | pensieri | 393 |
* La forza dell’assuefazione, della prevenzione, dell’opinione nel giudizio del bello ec. si può vedere anche negli effetti che tu provi vedendo una pittura, udendo una musica, leggendo un libro ec., se tu ne conosci l’autore, s’egli t’é famigliare ec. La qual cosa ora accresce le bellezze ora le scema ora finge quelle che non ci sono, o scuopre le piú difficili a vedere e le piú fine, e rende sensibilissimi ad ogni menoma cosa ec., ora nasconde quelle che ci sono, anche le piú notabili, rende incapaci di sentir nulla ec. Intendo di escludere dalla conoscenza ogni sorta di passione relativa e considero solamente l’applicare che fa il lettore tutto quello che legge, all’autore ch’egli ben conosce. Il che spontaneamente e inevitabilmente, quanto (1833) inavvedutamente, modifica il giudizio e il senso, in mille guise indipendenti dalla propria natura, di ciò che si legge o vede o sente ec. (3 ottobre 1821).
* Vedi il 17o avvertimento di F. Guicciardini, intorno a quel mio pensiero che nessuno si vuol guadagnare la benevolenza di uno a costo di tirarsi addosso l’odio di un altro (3 ottobre 1821).
* Chi non ha o non ha mai avuto immaginazione, sentimento, capacità di entusiasmo, di eroismo d’illusioni vive e grandi, di forti e varie passioni, chi non conosce l’immenso sistema del bello, chi non legge o non sente o non ha mai letto o sentito i poeti, non può assolutamente essere un grande, vero e perfetto filosofo, anzi non sarà mai se non un filosofo dimezzato, di corta vista, di colpo d’occhio assai debole, di penetrazione scarsa, per diligente, paziente, e sottile e dialettico e matematico ch’ei possa essere; non conoscerà mai il vero, si persuaderà e proverà colla possibile evidenza cose falsissime ec. ec. Non già perché (1834) il cuore e la fantasia dicano so-