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(1828-1829-1830) | pensieri | 391 |
* L’assuefabilità non è che disposizione. Tuttavia, se vogliamo chiamarla facoltà, questa è l’unica facoltà naturale, essenziale, primitiva ed ingenita, che abbia qualunque vivente (3 ottobre 1821).
* Quanto le disposizioni naturali siano influite dalle circostanze accidentali, assuefazioni ec., si può anche rilevare osservando le fisonomie. Le quali, benché senza dubbio dinotano (1829) certe e determinate disposizioni e qualità dell’animo e i gradi loro, nondimeno vediamo quanto di rado corrispondano al carattere effettivo degl’individui. Che se ciò è meno raro ancora di quel che dovrebbe, viene da questo che l’influenza delle assuefazioni sull’uomo è tanta, che, stante la naturale corrispondenza fra l’interno e l’esterno, le assuefazioni che determinano il carattere dell’uomo arrivano bene spesso a modificare la fisonomia quanto è possibile e darle talvolta un’aria e significazione tutta diversa o contraria a quella che aveva naturalmente. Del resto, quante persone le cui fisonomie indicano deciso talento, vivacità, bontà ec. ec. sono sciocche, melense, scellerate e viceversa! Vedi in Cicerone il fatto di Socrate con Zopiro fisionomista.
Nuova prova pel sopraddetto. Rivedete dopo lungo tempo una persona che non avevate veduta se non da fanciulla. (1830) In questi riconoscimenti rarissimo è che si trovino corrispondenti, non solo la fisonomia, ma l’indole ec. di tali persone, con l’idea che se ne aveva, formata sulle qualità che vi si osservavano nell’infanzia. Spesso anche il fatto si trova contrario all’opinione. Tanto è piccola cosa nell’uomo quel che si chiama il naturale; e tanto è piccola la parte che hanno le qualità naturali nella formazione del carattere ec. di un individuo (3 ottobre 1821).
* Alla p. 1824. Non nego che questi effetti non possano anche derivare dal contrario dell’indifferenza, cioè da una soprabbondanza di vita, di passione, di