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(1825-1826) | pensieri | 389 |
ragione in quanto è qualità naturale ed essenziale nel vivente, ma in quanto, per sola forza d’indebite e non naturali assuefazioni, cresce e si modifica in modo che diviene il principale ostacolo alla nostra felicità, strumento dell’infelicità, nemico delle altre qualità ec. naturali dell’uomo e della vita umana (1 ottobre 1821).
* Le parole che indicano moltitudine, copia, grandezza, lunghezza, larghezza, altezza, vastità ec. ec., sia in estensione o in forza intensità ec. ec., sono pure poeticissime, e cosí le immagini corrispondenti. Come nel Petrarca: (1826)
Te solo aspetto e quel che tanto amasti,
E laggiuso è rimaso, il mio bel velo.
E in Ippolito Pindemonte:
Fermossi alfine il cor che balzò tanto.
Dove notate che il tanto essendo indefinito fa maggiore effetto che non farebbe molto, moltissimo, eccessivamente, sommamente. Cosí pure le parole e le idee ultimo, mai piú, l’ultima volta ec. ec. sono di grand’effetto poetico, per l’infinità ec. (3 ottobre 1821).
* Finora s’é applicata alla politica piuttosto la cognizione degli uomini che quella dell’uomo, piuttosto la scienza delle nazioni che degl’individui di cui le nazioni si compongono e che sono altrettante fedeli immagini delle nazioni (3 ottobre 1821).
* Come un filare d’alberi dove la vista si perda, cosí per la stessa ragione è piacevole una fuga di camere o di case, cioè una strada lunghissima e drittissima e composta anche di case uguali, perché allora il