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(1767-1768-1769) | pensieri | 357 |
* La forza e la facilità e varietà dell’assuefazione sí nell’individuo che nel genere umano cresce sempre in proporzione ch’ella è cresciuta, appunto come il moto de’ gravi. Ecco tutto il progresso e dell’individuo e dello spirito umano. Questo pensiero è importantissimo; e in matematica o fisica non si può trovare piú giusta immagine di detti progressi che il moto accelerato (22 settembre 1821).
* Alla p. 1583. Ho detto: tutti vedono, ma pochi osservano. Aggiungo, che basta talvolta annunziare una verità anche novissima, perché tutti quelli che hanno intendimento (escludo i pregiudizi ec. ec. ec.) la riconoscano o certo la possano riconoscere subito, prima della dimostrazione. Questo ci accade le mille volte leggendo o ascoltando. Appena quella verità (1768) è trovata, tutti la conoscono e pur nessuno la conosceva. Ed accade allo spirito umano o all’individuo ordinariamente, che al primo accennarglisi una cosa ch’egli avea sotto gli occhi ei la vede, e pur prima non la vedeva, cioè la vedeva, ma non l’osservava ed era come non la vedesse. Questo è l’ordinario progresso de’ nostri lumi in tutto ciò che non appartiene alle scienze materiali e bene spesso anche in queste (22 settembre 1821).
* Ho lodato l’Italia appetto alla Francia, perché non ha rinunziato alla sua lingua antica ed ha voluto ch’ella fosse composta di cinque secoli in vece di un solo. Ma la biasimerei sommamente se per conservare l’antica intendesse di rinunziare alla moderna, mentre, se l’antica è utile, questa è necessaria; e molto piú se in luogo di compor la sua lingua di cinque secoli, la componesse come i francesi di un solo, ma non di quello che parla (il che alla fine è comportabile), bensí di quello che (1769) parlò quattro secoli fa; ovvero anche se la volesse comporre de’ soli secoli