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(1235-1236) | pensieri | 23 |
e distinguendo l’una parte dall’altra, con dare a ciascuna parte distinta il suo nome e formarne un’idea separata, laddove gli antichi confondevano le dette parti o idee suddivise, che per noi sono oggi altrettante distinte idee, in un’idea sola. Quindi la secchezza che risulta dall’uso de’ termini, i quali ci destano un’idea quanto piú si possa scompagnata, solitaria e circoscritta, laddove la bellezza del discorso e della poesia consiste nel destarci gruppi d’idee e nel fare errare la nostra mente nella moltitudine delle concezioni e nel loro vago, confuso, indeterminato, incircoscritto. Il che si ottiene colle parole proprie, ch’esprimono un’idea composta di molte parti e legata (1236) con molte idee concomitanti; ma non si ottiene colle parole precise o co’ termini (sieno filosofici, politici, diplomatici, spettanti alle scienze, manifatture, arti ec. ec), i quali esprimono un’idea piú semplice e nuda che si possa. Nudità e secchezza distruttrice e incompatibile colla poesia e, proporzionatamente, colla bella letteratura.
Per esempio, genio nel senso francese esprime un’idea che era compresa nell’ingenium o nell’ingegno italiano, ma non era distinta dalle altre parti dell’idea espressa da ingenium. E tuttavia quest’idea suddivisa, espressa da genio, non è di gran lunga elementare, e contiene essa stessa molte idee ed è composta di molte parti, ma difficilissime a separarsi e distinguersi. Non è idea semplice, benché non si possa facilmente dividere né definire dalle parti o dal’intima natura. Lo spirito umano, e seco la lingua, va sin dove può; e l’uno e l’altra andranno certo piú avanti e scopriranno coll’analisi le parti dell’idea espressa da genio ed applicheranno a queste parti o idee nuovamente scoperte, cioè distinte, nuove parole o nuovi usi di parole. Cosí egoismo, che non è amor proprio, ma una delle infinite sue specie, ed egoista ch’é la qualità del secolo, e in italiano non si