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334 pensieri (1726-1727-1728)

tare le altre sofferenze ed azioni, rendono però particolarmente facile quella tale ch’é il loro soggetto. Per acquistare simili assuefazioni e facoltà corporee, la forza ec., sí generali che particolari, altri hanno bisogno di piú, altri di meno esercizio, secondo la diversa disposizione naturale o accidentale degl’individui; altri possono arrivare piú, altri meno avanti; altri acquistare piú, altri meno facoltà, ed altri queste, altri quelle ec. ec.  (1727) Chi ha aquistate piú assuefazioni o facoltà, o chi ha acquistata questa o quella in maggior grado, chi ha insomma piú o meglio assuefatto ed esercitato il suo corpo, acquista piú facilmente e con meno esercizio le altre assuefazioni e facoltà, anche quelle che prima sembravano affatto aliene o difficilissime alla sua natura ec. ec. ec. (17 settembre 1821).


*   L’insegnare non è quasi altro che assuefare (18 settembre 1821).


*   L’uomo il piú certo della malizia degli uomini si riconcilia col genere umano e ne pensa alquanto meglio, se anche momentaneamente ne riceve qualche buon trattamento, sia pur di pochissimo rilievo. L’individuo da te piú conosciuto per malvagio, se ti usa distinzioni e cortesie che lusinghino il tuo amor proprio, divien subito qualche cosa di meno male nella tua fantasia. Molto piú la donna coll’uomo, o l’uomo (anche il piú brutto, anche quello di cui s’ha peggiore idea, anzi pure avversione particolare) colla donna; e però è massima, specialmente degli uomini, che  (1728) per qualunque ripulsa, idea, opinione, ostacolo, costume, non si dee mai disperare di venire a capo di una donna. Si potrebbe parimente dire in genere, che l’uomo non dee mai disperare di venire a capo di qualunque persona. Ecco quanta è la gran forza della ragione nell’uomo! (18 settembre 1821).