Pagina:Zibaldone di pensieri III.djvu/290

276 pensieri (1630-1631)

generi, gl’individui e le circostanze (come cavalli, cani ec.) e con sufficientissimo raziocinio (come il cane che s’arresta nel bivio, aspettando che il padrone scelga la sua strada); e quelli che si danno ad altri animali per solo piacere, come ad orsi, scimie, gatti, cani, topi, e fino alle pulci, come s’é veduto ultimamente; dimostrano che la suscettibilità ed assuefabilità a cose non naturali, non è propria esclusivamente dell’uomo, ma solo in maggior grado, generalmente parlando, perché vi sarà qualche uomo meno assuefabile, ed ammaestrabile di una scimia (5 settembre 1821).


*   Quanto la specie umana oggidí sia vicina a quella stessa perfezione relativa alla ragione, di cui si mena sí gran vanto, vedi il capo 11 di Wieland, Storia del saggio Danischmend e dei tre Calender, o l’Egoista  (1631) ed il Filosofo, Milano, Scelta Raccolta di Romanzi, Batelli e Tanfani, vol. 25 (5 settembre 1821).


*   La memoria dipendendo dalle assuefazioni particolari e dalla generale, e quasi non esistendo (come si vede ne’ fanciulli) senza queste, può considerarsi come facoltà presso a poco acquisita (5 settembre 1821).


*   Chi vuol vedere l’effetto della civiltà sul vigore del corpo, paragoni gli uomini civili ai contadini o ai selvaggi, i contadini d’oggi a ciò che noi sappiamo del vigore antico ec. (Omero, com’é noto, assai spesso chiama l’età sua degenerata dalle forze de’ tempi troiani). Osservi di quanto è capace il corpo umano, vedendo l’impotenza nostra assoluta di far ciò che fa il meno robusto de’ villani; i pericoli a cui noi ci esporremmo volendo esporci a qualcuno de’ loro patimenti; le vergognose usanze quotidiane di fuggir l’aria il sole ec.; di maravigliarsi come il tale o tale abbia potuto affrontarlo per questa o quella circostanza; le malattie o incomodi che tutto giorno si pigliano per