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252 | pensieri | (1591-1592) |
che i greci ebbero sempre per le cose loro, e l’amore esclusivo che portarono e portano alla loro nazione e a’ loro nazionali, è maravigliosa. Ho udito di alcune colonie greche ancora sussistenti in Corsica e in Sicilia, dove i coloni parlano ancora il greco, conservano i costumi greci, e non hanno stretta società se non fra loro, benché abitino in mezzo a un paese di nazione diversa e sieno soggetti a un governo forestiero. Le relazioni de’ viaggiatori intorno alla Grecia ed agli altri paesi abitati da greci confermano questa invincibile tenacità. Dove si trovano greci cattolici e scismatici insieme con altri cattolici, i greci cattolici, malgrado il divieto della loro religione, de’ loro vescovi (per lo piú forestieri) e l’impero che queste cose hanno sulla loro opinione, vogliono piuttosto congiungersi in matrimonio ec. co’ loro nazionali scismatici che co’ cattolici forestieri, fanno stretta alleanza fra loro e spesso declinano dall’una all’altra religione. Si potrebbe riferire a questa osservazione il cattivo esito de’ tanti negoziati fatti al tempo del Concilio di Firenze per sottomettere la chiesa greca alla latina e indurla a riconoscere un’autorità (1592) forestiera. È noto che mentre il rito latino si stabiliva in quasi tutto il resto del cristianesimo, il rito greco, e in esso la lingua greca conservavasi e conservasi in tutta la chiesa greca comunicante, in qualunque paese ella sia. E son pur noti i privilegi della chiesa greca cattolica e la specie d’indipendenza che gli è accordata e la renitenza ch’ella suole opporre a quella stessa parte di dominio che la chiesa latina conserva su di lei.
E non è maraviglioso lo stato presente dei greci? Non si distinguono piú le razze gote, longobarde ec. dalle italiane, né le franche dalle celtiche o romane, né le moresche dalle spagnuole. Le lingue sono pur confuse in questi paesi ec. Non si discernono mai gli arabi da’ persiani nella Persia, la religione araba v’é stabi-