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(1527-1528) pensieri 213

soltar, sciogliere, in vece di solutar, da solutus di solvere. E si ha nel glossario solta cioè solutio, ed hanno pure i francesi soute, cioè solte, invece di solute. Cosí sectari sta per secutari. E il primitivo solvere s’é perduto nello spagnuolo (vedi però il dizionario). E noi pure non diciamo assolto per assoluto? sciolto ec.? e voltare appunto da volutare, come soltar da solutare, che differisce per una sola lettera? (19 agosto 1821). Vedi p. 1562. fine.


*    La stessa ragione che inclina gli uomini e i viventi a credere assoluto il relativo, li porta a credere effetto ed opera della natura quello ch’é puro effetto ed opera dell’assuefazione, e a creder facoltà o qualità congenite quelle che sono meramente acquisite. Ma egli è ben vero che questa considerazione estingue il bello e il grande; e quel sommo ingegno, o quella somma virtú considerata come figlia delle circostanze e delle abitudini, non della natura, perde tutto  (1528) il nobile, tutto il mirabile, tutto il sublime della nostra immaginazione. Le qualità piú eroiche e piú poetiche, lo stesso sentimento, entusiasmo, genio, la stessa immaginazione diventa impoetica, s’ella non si considera come dono della natura; e lo scrittor di gusto, e massime il poeta, deve ben guardarsi dal considerarla altrimenti o dal presentarla sotto altro aspetto. Virgilio diverrebbe nella nostra immaginazione poco diverso da Mevio (qual egli era infatti naturalmente), Achille da Tersite; Newton si riconoscerebbe superiore per solo caso al piú povero fisico peripatetico (20 agosto 1821).


*    Come la grazia sia relativa si riconosce anche in ciò. Un aspetto femminile negli uomini è veramente sconveniente perch’é fuor dell’ordinario. Pur questa sconvenienza alle donne bene spesso par grazia, agli uomini bruttezza; ed io ho veduto de’ visi e delle