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(1214-1215) pensieri 7

parte di questo vocabolario universale manca affatto alla lingua italiana accettata e riconosciuta per classica e pura; e quello ch’é puro in tutta l’Europa è impuro in Italia. Questo è voler veramente e consigliatamente metter l’Italia fuori di questo mondo e fuori di questo secolo. Tutto il mondo civile facendo oggi quasi una sola nazione, è naturale che le voci piú importanti ed esprimenti le cose che appartengono all’intima natura universale, sieno comuni ed uniformi da per tutto, come è comune ed uniforme una lingua, che tutta l’Europa adopera oggi piú universalmente e frequentemente che mai in altro tempo, appunto per la detta ragione, cioè la lingua francese. E siccome le scienze sono state sempre uguali dappertutto, a differenza della letteratura, perciò la repubblica scientifica, diffusa per tutta l’Europa, ha sempre avuto una nomenclatura universale ed uniforme nelle lingue le piú difformi ed intesa da per tutto egualmente. Cosí sono oggi uguali, per necessità e per natura del tempo, le cognizioni metafisiche, filosofiche, politiche ec., la cui massa e il cui sistema semplicizzato e uniformato è comune oggi  (1215) piú o meno a tutto il mondo civile; naturale conseguenza dell’andamento del secolo. Quindi è ben congruente e conforme alla natura delle cose, che almeno la massima parte del vocabolario che serve a trattarle ed esprimerle sia uniforme generalmente, tendendo oggi tutto il mondo a uniformarsi. E le lingue sono sempre il termometro de’ costumi, delle opinioni ec. delle nazioni e de’ tempi e seguono per natura l’andamento di questi.

Diranno che buona parte del detto vocabolario deriva dalla lingua francese, e ciò stante la somma influenza di quella lingua e letteratura nelle lingue e letterature moderne, cagionata da quello che ho detto altrove. Ma venisse ancora dalla lingua tartara, siccome l’uso decide della purità e bontà delle pa-