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78 pensieri (587-588-589)

e disparità, questo non fa obbiezione veruna. Tutto essendo relativo, la natura che ha fatto gli uomini liberi e uguali, e cosí infinite altre specie di animali; poteva far le api (e altre tali specie,  (588) se ve ne ha) disuguali e soggette. E siccome ella lo ha fatto, dando una superiorità ingenita e naturale a certi individui di quella specie sopra gli altri individui; perciò, come lo stato dell’uomo e degli altri animali non può esser perfetto senza libertà ed uguaglianza, perché queste sono naturali in loro; cosí, per lo contrario, lo stato delle api non è perfetto senza soggezione e disuguaglianza, perché la loro specie è cosí fatta e ordinata da natura, e la perfezione consiste nello stato naturale.

Negli uomini dunque non c’é nulla di simile, né si può dedur nulla in proposito loro dall’esempio delle api. Perché le piccole (certo piccole in proporzione della disparità delle api), dico le piccole disparità o superiorità di forze, di statura, d’ingegno ec., che s’incontrano negli uomini, sono disparità o superiorità accidentali, e provenienti da cause subalterne; come sono inferiorità accidentali quelle che vengono da malattie, da cadute, disgrazie d’ogni genere ec. Sono, dico, accidentali queste o superiorità o inferiorità, cioè non sono regolari e non appartengono all’ordine primitivo, costante, invariabile,  (589) essenziale della specie, come la disparità delle api. Che se queste tali superiorità dessero a chi le possiede, un diritto di comandare e di essere ubbidito, 1o, dove molti le possedessero in ugual grado, o non si saprebbe a chi ubbidire, o tutti quei tali dovrebbero comandare, ed ecco svanita l’idea dell’unità; 2o dove non ci fosse disparità nessuna, il principato non sarebbe naturale, dove ci fosse, sarebbe naturale; 3o e di piú, siccome le disparità possono nascere accidentalmente in diversi tempi, perciò in una stessa società anzi generazione di uomini, oggi non sarebbe naturale il principato, domani sí; 4o il fan-