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70 | pensieri | (574-575) |
(574) monarchia assoluta, era nata, pure immediatamente, una nuova monarchia assoluta. Ma non già quella primitiva, quella ch’era buona ed utile e conveniente alla società durante l’influenza della natura e mediante questa sola; ma quella che può essere nell’assenza della natura, cioè quella tanto essenzialmente pessima, quanto la primitiva è sostanzialmente e solamente ottima; insomma la tirannia, perché la monarchia assoluta senza natura non può esser altro che tirannia, piú o meno grave, e quindi forse il pessimo di tutti i governi.
E la ragione è, che tolte le credenze e illusioni naturali, non c’è ragione, non è possibile né umano, che altri sacrifichi un suo minimo vantaggio al bene altrui, cosa essenzialmente contraria all’amor proprio, essenziale a tutti gli animali. Sicché gl’interessi di tutti e di ciascuno sono sempre infallibilmente posposti a quelli di un solo, quando questi ha il pieno potere di servirsi degli altri e delle cose loro per li vantaggi e piaceri suoi, sieno anche capricci, insomma per qualunque soddisfazione sua.
Il mondo ha marcito appresso a poco in questo stato dal principio dell’impero romano fino al nostro secolo. Nell’ultimo secolo la filosofia, la cognizione delle cose, l’esperienza, lo studio, l’esame delle storie, degli uomini, i confronti, i paralleli, il commercio scambievole d’ogni sorta d’uomini, di nazioni, di costumi, le scienze d’ogni qualità, le arti ec. ec. hanno fatto progressi tali, che tutto il mondo rischiarato e istruito si è rivolto a considerar se stesso e lo stato suo e quindi principalmente (575) alla politica, ch’è la parte piú interessante, piú valevole, di maggiore e piú generale influenza nelle cose umane. Ecco finalmente che la filosofia, cioè la ragione umana, viene in campo con tutte le sue forze, con tutto il suo possibile potere, i suoi possibili mezzi, lumi, armi e si pone alla grande impresa di supplire alla natura perduta, rimediare ai