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(512-513) pensieri 35

Virgilio: Audeo Tyrrhenos equites ire obvia contra. Del resto obvius negli esempi del Forcellini è assoluto, o unito al solito col dativo obvius illi, mihi, ec. Né alla voce inde né alla voce unde il Forcellini o l’Appendice non hanno questi luoghi di Floro, né altro esempio o cenno veruno, né pur lontano di questo significato (16 gennaio 1821). Vedi pur nella Crusca altronde per altrove, ed aggiungi questo esempio di Bernardino Baldi, egloga X, Melibea, verso il fine, (Versi e prose di Mons. Bern. Baldi, Venetia 1590, p. 204). Fuggiam fuggiamo altronde, Ch’a noi sen vien a volo Di vespe horrido stuolo, E sotto aurato manto il ferro asconde. Vedi nel Forcellini aliunde in un esempio per alibi. Vedi pure il Dufresne in inde, unde, aliunde, alicunde ec. se ha nulla al caso. Vedi p. 1421.


*    Difficilmente il dolor solo dell’animo ha forza di uccidere o cagionare un’estrema malattia, ed è piú facile il fingere questi casi nei romanzi, che trovarne esempi reali nella vita; sebbene  (513) molte volte si attribuiscono a dolor d’animo quelle infermità che vengono da tutt’altro o, almeno, anche da altre cause. E massimamente è difficile e strano che il dolor d’animo, una sventura non corporale ec., cagionino morte o malattia lungo tempo dopo nata o avvenuta la detta sventura ec. e che insomma la vita dell’uomo si vada consumando e si spenga a poco a poco per le sole malattie particolari dell’animo (non dico le generali, perché certamente il cattivo stato del nostro animo influisce in genere moltissimo sulla durata della vita, la salute, il vigore ec.). Qual è la cagione? che il tempo medica tutte le piaghe dell’animo. Ma come? coll’assuefazione, lo so, e grandemente, ma non già con questa sola. Una gran cagione del detto effetto, è ancora che le illusioni poco stanno a riprender possesso e riconquistare l’animo nostro, anche malgrado noi; e l’uomo, purché viva, torna infallibilmente