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452 pensieri (1161-1162)

ruota per lo spazio, poniamo, di una mezz’ora, è piú breve dell’atto di voltare sossopra una gran pietra, che non si possa rivolgere senza l’opera d’una o piú ore. E tuttavia quell’azione in latino si esprimerebbe col verbo continuativo versare, quest’atto, benché piú lungo dell’azione, non potrebbe mai dirsi versare, ma si esprimerebbe col positivo vertere. Perché quest’atto, ancorché lungo, rappresentandocisi complessivamente al pensiero, ci desta un’idea unica, non  (1162) continuata, semplice; laddove quell’azione ci si presenta come moltiplice, composta e continuata. Similmente jacere significa atto, jactare azione.

Quando poi il verbo positivo latino esprime esso stesso non atto ma azione, come sequi ec., il continuativo significa la stessa azione piú lunga e durevole o piú continua o costante, come sectari ec.

E finalmente spesse volte il continuativo significa l’usanza, il costume di fare quella tale azione o atto significato dal verbo positivo, come acceptare, datare, captare (vedi il Forcellini), secondo che abbiamo veduto, significano il costume di ricevere, dare, prendere (forse captare, nel senso, per esempio, di captare aves o pisces, appartiene piuttosto alla classe precedente de’ continuativi dall’atto all’azione). Noi abbiamo appunto volgere, voltare (cioè volutare), e voltolare o rivolgere, rivoltare ec., positivo, continuativo e frequentativo.

Queste osservazioni debbono sempre piú farci ammirare la sottigliezza e la squisita perfezione della lingua latina, che forse non ha l’uguale in simili prerogative e facoltà (12 giugno 1821). Vedi p. 2033, fine.


*    Alla p. 1115, margine, in fine. Che se il verbo salire è stato usato dall’Ariosto, dall’Alamanni, dal Caro e da altri nel significato dell’italiano saltare, come afferma il Monti (Proposta, ec. Esame di alcune voci, alla voce ascendere, vol. I, par. 2, p. 65), e bene,