Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
(925-926-927) | pensieri | 271 |
* La superiorità della natura sopra tutte le opere umane o gli effetti delle azioni dell’uomo si può vedere anche da questo, che tutti i filosofi del secolo passato e tutti coloro che oggi portano questo nome, e in genere tutte le persone istruite di questo secolo, che è indubitatamente (926) il piú istruito che mai fosse, non hanno altro scopo, rispetto alla politica (parte principale del sapere umano) e non sanno trovar di meglio che quello che la natura aveva già trovato da se nella società primitiva, cioè rendere all’uomo sociale quella giusta libertà ch’era il cardine di tutte le antiche politiche presso tutte le nazioni non corrotte e cosí oggi presso tutte le popolazioni non incivilite e allo stesso tempo non barbarizzate, cioè tutte quelle che si chiamano barbare, di quella barbarie primitiva e non di corruzione (6 aprile 1821).
* Alla pag. 872. E non per altra cagione sono odiose e riputate contrarie alla buona creanza le lodi di se medesimo, se non perché offendono l’amor proprio di chi le ascolta. E perciò la superbia è vizio nella società, e perciò l’umiltà è cara e stimata virtú (7 aprile 1821).
* In qualunque nazione o antica o moderna s’incontrano grandi errori contrari alla natura, come dovunque grandi cognizioni contrarie alla natura; quivi non s’incontra niente o ben poco di grande di bello di buono. E questo è l’uno de’ principali motivi per cui le nazioni orientali, ancorché grandi, ancorché la loro storia rimonti a tempi antichissimi, tempi ordinariamente compagni del grande e del bello, ancorché ignorantissime in ultima analisi, e quindi prive dei grandi ostacoli della ragione e del vero, e questo anche oggidí; tuttavia non offrano quasi niente di vero grande né di vero bello, e ciò tanto (927) riguardo alle azioni, ai costumi, all’entusiasmo e virtú della vita, quanto alle produzioni dell’ingegno e della