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pensieri |
(889-890-891) |
verso (890) altrui. Riconcentrato il potere, tolto agl’individui quasi del tutto il far parte della nazione, di piú, spente le illusioni, l’individuo ha trovato e veduto il ben comune come diviso e differente dal ben proprio. Dovendo scegliere, non ha esitato a lasciar quello per questo. E non poteva altrimenti, essendo uomo, e vivendo. Sparite effettivamente le nazioni e l’amor nazionale, s’é spento anche l’odio nazionale, e l’essere straniero non è piú colpa agli occhi dell’uomo. S’é perciò spento l’odio verso altrui, l’amor proprio? allora si spegnerà quando la natura farà un altro ordine di cose e di viventi. La fola dell’amore universale, del bene universale, col qual bene ed interesse, non può mai congiungersi il bene e l’interesse dell’individuo, che travagliando per tutti non travaglierebbe per se, né per superar nessuno, come la natura vuol ch’ei travagli; ha prodotto l’egoismo universale. Non si odia piú lo straniero? ma si odia il compagno, il concittadino, l’amico, il padre, il figlio; ma l’amore è sparito affatto dal mondo, sparita la fede, la giustizia, l’amicizia, l’eroismo, ogni virtú, fuorché l’amor di se stesso. Non si hanno piú nemici nazionali? ma si hanno nemici privati, e tanti quanti son gli uomini; ma non si hanno piú amici di sorta alcuna, né doveri se non verso se stesso. Le nazioni sono in pace al di fuori? (891) ma in guerra al di dentro, e in guerra senza tregua, e in guerra d’ogni giorno, ora, momento, e in guerra di ciascuno contro ciascuno e senza neppur l’apparenza della giustizia e senz’ombra di magnanimità o almeno di valore, insomma senz’una goccia di virtú qualunque, e senz’altro che vizio e viltà; in guerra senza quartiere; in guerra tanto piú atroce e terribile, quanto è piú sorda, muta, nascosta; in guerra perpetua e senza speranza di pace. Non si odiano, non si opprimono i lontani e gli alieni? ma si odiano, si perseguitano, si sterminano a tutto potere i vicini, gli amici, i parenti; si calpestano i