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pensieri |
(856-857-858) |
greca repubblica; laddove quelli della latina furono contemporanei precisamente della declinazione e corruzione morale e politica del popolo romano, avvenuta per l’eccesso di civiltà, e questo per l’eccesso di potere); o provenisse da (857) questo che i greci formarono da se la loro letteratura e il loro gusto, e quindi piú naturalmente, laddove i latini la formarono sopra quella dei greci, onde ella fu tutto parto di studio, trovò al suo stesso nascere l’arte già formata e insignorita dello scrivere, e fece, per l’aiuto l’esempio e l’insegnamento di una nazione straniera, cosí rapidi progressi, che la natura appena ebbe scarsissimo tempo di precedere l’arte, e la letteratura latina fu subito e intieramente in balía delle regole e dichiaratamente artifiziale e politica: oltre che la stessa arte anche in Grecia piuttosto declinava già all’eccessivo, di quello che lasciasse piú niente alla natura: onde la letteratura latina superò immantinente a gran distanza quella della Grecia contemporanea, com’é naturale che in un paese dove la letteratura è recente ella non declini prima di essere stata ottima e l’eccesso dell’arte non abbia luogo prima (858) che lo abbia avuto il di lei giusto grado; nel quale però durò poco appo i latini e la loro letteratura come fu rapida in salire, cosí nello scendere; e ciò per la condizione de’ tempi già precipitanti lungi dalla natura, il torrente della civiltà che ingrossava e tagliava i nervi alla grandezza e alla forza della specie umana; il contagio dell’arte già passata nella Grecia al di là della maturità, sí nel resto come nello scrivere; e la circostanza che la letteratura latina tardò tanto da cominciare quando restava poco tempo a poter durare in buon essere, poco tempo alla forza, alla grandezza, alla vera vita degli uomini, poco tempo all’imperio della natura e delle facoltà vitali dell’uomo, quando era imminente la corruzione e il precipizio della società, di Roma, delle nazioni civili, della libertà, del