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(684-685) | pensieri | 131 |
* Lorenzo de’ Medici, Apologia ec., nel fine: Non mi sarebbe tanta fatica. Leggi stata. L’errore è nell’edizione di Lucca per Francesco Bertini, dietro il Nardi, Vita del Giacomini, p. ult. 136. Non so delle altre stampe.
* Δι.1 ’Εκεῖνο δ’ οὐ βούλοι’ ἂν, ἡσυχίαν ἒχων Ζῆν ἀργὸς;
- Συ.2 ’Αλλὰ προβατίου βίον λέγεις,
- Εἰ μὴ φανεῖται διατριβή τις τῷ βίῳ.
Aristofane, Pluto o la Ricchezza, atto IV, Scena 3a (23 febbraio 1821).
* Alla p. 241... che il mondo o qualche buona parte del mondo sia quello che in greco si dice diglottos e noi possiamo dire bilingue. Come veramente oggidí quasi tutto il mondo civile è bilingue, cioè parla tanto le sue lingue particolari, quanto, al bisogno, la francese. Eccettuato la stessa Francia, la quale non è bilingue, non solamente rispetto al grosso della nazione, ma anche de’ letterati e dotti, pochi sono (685) quelli che intendono bene o sanno veramente parlare altra lingua fuori della propria loro. Il che se derivi da superbia nazionale o da questo che, usandosi la loro favella per tutto il mondo, non hanno bisogno d’altra per ispiegarsi con chicchessia, o vero, quanto alla intelligenza ed uso de’ libri forestieri, dalla facilità e copia delle traduzioni che hanno, questo non è luogo da ricercarlo (23 febbraio 1821).
* La lingua italiana porta pericolo, non solo quanto alle voci o locuzioni o modi forestieri e a tutto quello ch’è barbaro, ma anche (e questo è il principale) di cadere in quella timidità, povertà, impotenza, secchezza, geometricità, regolarità eccessiva che abbiamo consi-