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(660-661-662) pensieri 119



*    Diogene, ἐρωτηθεὶς εἰ κακὸς ὁ θάνατος, πῶς, εἶπε, κακὸς οὗ παρόντος οὐκ αἰσθανόμεθα; Laerzio, in Diogene Cynico, VI, 68. Dalla nota del Menagio si rileva ch’egli l’ha inteso della insensibilità dell’atto della morte.  (661)


*   Delle diverse opinioni intorno alla pretesa legge naturale, vedi alcuni sentimenti e dommi di Diogene, ap. Laerzio in Diogene Cynico, VI, 72-73, e quivi il Menagio; il quale riporta in proposito alcune parole di Sesto Empirico, la cui opera Pyrronianarum Hypotesposeon, e l’altra Adversus Mathematicos ossia adversus cuiusvis generis dogmaticos, è tutta relativa a questo argomento ed a quello ch’io sostengo, che non c’è verità nessuna assoluta (14 febbraio 1821).


*    Dell’influenza del corpo sull’animo e dell’esercizio sulla virtú, vedi le sentenze di Diogene, ap. Laerzio, in Diogene Cynico, VI, 70, e quivi il Menagio se ha nulla (14 febbraio 1821).


*    On aime à savoir les foiblesses des personnes estimables, non già solamente di quelle che si odiano o invidiano, ma di quelle che si amano, si ammirano, si trattano, ci obbligano e ci giovano coi loro benefizi, consigli ec.; e in questo senso lo dice Mad. Lambert, La Femme Hermite, Nouvelle Nouvelle,  (662) dans ses Oeuvres complètes citées ci-dessus, (p. 663) p. 229. Tu puoi però applicarti questo pensiero e rendertelo proprio, giacché Madama lo stende lo spiega e l’applica in maniera ordinaria, cosí che il pensiero sembra comune, non fa gran colpo e non se ne osserva l’originalità. Essa lo applica principalmente alla confidenza che ne deriva verso quelle tali persone: et j’étois trop heureuse de trouver en elle non seulement des conseils, mais de ces foiblesses aimables qui nous rendent plus indulgens pour celles d’autrui. Ma si può considerare questa verità molto piú in