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(443-444) | pensieri | 473 |
Questa esperienza che deve necessariamente formare la base o come chiamano, le antecedenti del sillogismo, senza il qual sillogismo non v’è idea né credenza, può esser di due sorte. L’una è quella che deriva dalle inclinazioni naturali, passioni, affetti ec., tutte cose veramente ingenite e assolutamente primitive, sebbene molte di esse possano svilupparsi piú o meno o nulla, possono alterarsi, corrompersi ec. L’uomo che sente fame (quest’è un’esperienza) e si sente portato dalla natura al cibo (questa non è idea, ma inclinazione), ne deduce che bisogna cibarsi, che il cibo è cosa buona. Ecco la conseguenza, cioè la (444) credenza. Dunque si determina e risolve a cibarsi. Ecco la determinazione della volontà prodotta dalla previa determinazione dell’intelletto, ossia dalla credenza. Segue il cibarsi, cioè l’azione, che deriva dalla volontà determinata in quel modo.
L’altro genere di esperienza è quello che appartiene ai sensi esterni. E l’uno e l’altro genere di esperienza sono i soli fonti della cognizione in atto (non in potenza), i soli fonti o del credere o del sapere. Qual conseguenza poi si debba tirare da una data esperienza, questo è ciò ch’è relativo, perché l’uomo naturale, ne tira una; l’uomo sociale, istruito ec., un’altra; quell’animale di diversa specie, un’altra: e via discorrendo. E cosí son relative e si diversificano le credenze.
Sicché la credenza è naturale, quando l’animale tira da quella esperienza, quella conseguenza che la natura ha provveduto che ne tirasse, e viceversa. E quindi l’azione che ne deriva è naturale, quando proviene da una credenza naturale, ossia da una conseguenza tirata naturalmente, e viceversa. E quindi la vita è naturale quando le azioni derivano da credenze naturali, e viceversa. E quindi finalmente l’uomo è perfetto e felice come ogni altro vivente, quando la sua vita si compone di azioni naturali, e viceversa.