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(363-364) | pensieri | 419 |
persuasione, e se la persuasone non è illusoria, ma viene dalla ragione, l’uomo non opera, perché la ragione non lo persuade ad operare, anzi ne lo distoglie e lo getta nell’indifferenza. La pompa e la vita del culto senza una persuasione della sua necessità, doverosità, importanza, non ha potuto durare. Limitate le credenze, allargato il dubbio, allargata la ragione e l’indifferenza e la secca speculazione delle cose, il culto è svanito; laddove si mantiene presso i cattolici, i quali ne conservano tutte le basi, cioè tutti i dogmi, le credenze ec., tanto relative ad esso culto, quanto generalmente alla religione. Se non ch’egli va languendo anche tra noi, sia nel fatto, sia nell’impressione e l’effetto che produce, e il modo e l’animo con cui è considerato e veduto o eseguito: e ciò in proporzione dei progressi dell’incredulità o diminuzione della fede, perché non si può dar gran cura, né coltivare, né promuovere, né esser molto affetti e toccati da quello che si considera come poco importante e che non è in relazione colla nostra opinione (29 novembre 1820).
* I doveri dipendono dalle credenze; quanti saranno dunque i simboli, tante saranno le morali.... Chi non comprende che dal momento che si rigetta ogni autorità vivente (dunque la morale determinata deriva dall’autorità (364) non dalla natura), la regola dei costumi addiviene tanto variabile e tanto incerta quanto la regola della fede? Essai ec., poco sotto al luogo citato nel pensiero precedente.
* Ogni uomo ha diritto di giudicare di per se stesso, e la diversità delle opinioni è tanto naturale quanto la diversità de’ gusti. Dott. Middleton Introductory Discourse to a free Enquiry into the miraculous powers. (Discorso preliminare alla libera disquisizione sopra i poteri miracolosi), p. 38.