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(329-330-331) | pensieri | 395 |
* Quello che ho detto altrove della necessità di una persuasione per le grandi imprese è applicabile soprattutto alla massa del popolo, e combina con quello che dice Pascal che l’opinione è la regina (330) del mondo e gli stati dei popoli e i loro cangiamenti, fasi, rovesciamenti, provengono da lei. 1°, Le passioni son varie, l’opinione è una e il popolo non può esser mosso in uno stesso senso, se non da una cagione comune e conforme. 2°, L’individuo potrà essere strascinato dalle sue illusioni, o conoscendole per tali e nondimeno seguendole (cosa impossibile al popolo, giacchè il capriccio o un entusiasmo non fondato sopra basi vere o false, ma stabili, non può essere universale); ovvero non conoscendole; e questo è piú difficile al popolo, perchè la cosa piú varia è l’illusione, la piú uniforme e costante è la ragione; e perciò il popolo ha bisogno di un’opinione decisa, non dico vera, ma pur logica, e apparentemente vera, in somma conseguente e ragionata, perchè tutto il resto non può essere un movente universale. Cosí Maometto produsse i cangiamenti e spinse gli arabi alle imprese, che tutti sanno. Cosí Lutero cagionò le guerre della riforma; cosí gli albigesi ec.; cosí i martiri sparsero il sangue pel cristianesimo; cosí gli antichi morivano per la patria e la gloria. Vedi in questo proposito il principio del capo 1 dell’Essai sur l’indifférence en matière de religion. (15 novembre 1820). (331)
* Quello ch’io dico della filosofia de’ romani, e in genere di ogni filosofia, si conferma dall’esser cosa già osservata che la religione si ritrova presso la culla di tutti i popoli, in quella guisa che la filosofia si è trovata sempre vicina alla lor tomba. (Essai sur l’indifférence en matière de religion, nelle prime linee del capo 2. E poco dopo il principio del capo 1, dopo aver detto che la filosofia greca, tanto temuta da Catone e nondimeno insinuatasi fra i romani, fu la cagione della