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(192-193) | pensieri | 297 |
quali rende difficilissimo, e forse impossibile, il fare ugualmente interessante un soggetto nuovo, massime in poesia, dove tutto il diletto proviene dall’interesse e non può stare colla sola curiosità o desiderio d’istruirsi ec., come nelle storie e simili. E vedi il mio discorso sui romantici. Souvent notre ame se compose elle-même des raisons de plaisir, et elle y réussit surtout par les liaisons qu’elle met aux choses. Questo e tutto l’altro che dice Montesquieu è notabilissimo, e applicabile a diversissimi casi e condizioni nelle quali ci riesce piacevole quello che ad altri non riesce, e a noi (193) stessi non riusciva in altre circostanze. Per esempio, fu un tempo non breve in cui la poesia classica non mi dava nessun piacere e io non ci trovava nessuna bellezza. Fu un tempo in cui io non trovava altro studio piacevole che la pura e secca filologia, che ad altri par noiosissima. Fu un tempo in cui le scienze mi parevano studi intollerabili. E quanti nelle loro professioni trovano piaceri, che agli altri parranno maravigliosi, non potendo comprendere che diletto si trovi in quelle occupazioni! E nominatamente in quello che appartiene alle lettere e belle arti, chi non sa e non vede tuttogiorno che il letterato e l’artista trova piaceri incredibili e sempre nuovi nella lettura o nella contemplazione di questa o di quell’opera, che letta o contemplata dai volgari non sanno comprendere che diascolo di gusto ci si trovi? E piuttosto lo troveranno in cento altre operacce di pessima lega. Con questo spiegate ancora la diversità de’ gusti ne’ diversi tempi, classi, nazioni, climi, ec (29 luglio 1820).
* Gran magistero della natura fu quello d’interrompere, per modo di dire, la vita col sonno. Questa interruzione è quasi una rinnovazione, e il risvegliarsi come un rinascimento. Infatti anche la giornata ha la sua gioventú ec.: vedi p.151. Oltre alla gran varietà che nasce da questi continui interrompimenti, che fanno di una vita