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262 | pensieri | (155-156) |
lità mutabili, vale a dire opinioni, gusti, costumi ec. degli uomini, che danno loro diverse idee della convenienza relativa.
E similmente osservate quanto sia vano il pensare cosí assolutamente che la musica, perché diletta sommamente l’uomo, debba fare effetto sulle bestie.
* Distinguete suono (sotto questo nome intendo ora anche il canto) e armonia. Il suono è la materia della musica, come i colori della pittura, i marmi della scoltura ec. L’effetto naturale e generico della musica in noi non deriva dall’armonia, ma dal suono, il quale ci elettrizza e scuote al primo tocco, quando anche sia monotono.
Questo è quello che la musica ha di speciale sopra le altre arti, sebbene anche un color bello e vivo ci fa effetto, ma molto minore. Questi sono effetti e influssi naturali, e non bellezza. L’armonia modifica l’effetto del suono, e in questo (che solo appartiene all’arte) la musica non si distingue dalle altre arti, giacché i pregi dell’armonia consistono nella imitazione della natura, quando esprimono qualche cosa, e in seguire quell’idea della convenienza dei suoni ch’è arbitraria e diversa in diverse nazioni. Ora il suono non è difficile che faccia effetto anche nelle bestie, ma non è necessario, e massimamente quegli stessi suoni che fanno effetto nell’uomo (quando vediamo anche tra gli uomini che certe nazioni si dilettano di suoni tutti diversi da’ nostri, e per noi insopportabili). (156) I loro organi, e indipendentemente da questi, la loro maniera d’essere è differente dalla nostra, e non possiamo sapere qual sia l’effetto di questa differenza. Tuttavia se questa non sarà molto grande o almeno avrà qualche rapporto con noi in questo punto, il suono farà colpo in quei tali animali, come leggiamo dei delfini e dei serpenti (vedi Chateaubriand). Ma l’armonia è bellezza. La bellezza non è assoluta, dipen-